"La libertad avanza"... censurando libri
Riflessioni dopo la censura del romanzo "Mangiaterra" di Dolores Reyes nelle scuole argentine da parte del governo di Milei.
Circa un mese fa si è scatenata in Argentina una polemica che ha fatto il giro del mondo: una serie di giornalisti e politici affiliati a La libertad avanza, il partito del presidente Javier Milei, si sono scagliati contro una serie di libri inseriti nel programma educativo “Identidades Bonaerenses”, destinato alle biblioteche scolastiche della provincia di Buenos Aires.
Tra questi, quello che ha ricevuto più critiche è stato Cometierra di Dolores Reyes (pubblicato in Italia da Solferino con il titolo Mangiaterra).
In particolare, la vicepresidente Victoria Villarruel su X si è espressa così:
Gli abitanti di Buenos Aires non si meritano la degradazione e l’immoralità che Axel Kicillof1 offre loro. Ci sono limiti che non dovrebbero mai essere superati. Smettete di sessualizzare i nostri bambini, togliete dalle aule quelli che promuovono queste agende nefaste e rispettate l’innocenza dei bambini! Con i bambini NO!
Tipico messaggio che ricalca la solita demagogia dell’estrema destra, che si fa garante dell’innocenza dei bambini mentre lo stesso Milei utilizza quotidianamente un linguaggio molto volgare e aggressivo. Fatto sta che Dolores Reyes è stata sommersa di minacce e insulti dai troll di Milei, ma il libro, uscito nel 2019, è tornato ai primi posti nelle classifiche di vendita e molti scrittori e scrittrici (Martin Kohan, Alejandra Kamiya, Tamara Tenenbaum ecc.) in segno di solidarietà hanno organizzato letture pubbliche di estratti del libro al teatro Picadero di Buenos Aires.
Ma di cosa parla Cometierra per scatenare questo polverone?
Dolores Reyes lo scrisse nel periodo in cui insegnava in una scuola di Pablo Podestá (periferia di Buenos Aires), mentre frequentava un laboratorio tenuto dalla scrittrice Selva Amada. Nella prima pagina, compare la dedica a due ragazze: Melina Romero e Araceli Ramos. Sono due adolescenti sepolte in un cimitero vicino alla scuola dove insegnava Reyes. Vittime di femminicidio.
Araceli Ramos è stata uccisa nel 2013 da un uomo che l’aveva adescata con la falsa promessa di un colloquio di lavoro. Il caso di Melina Romero, uccisa dopo essere stata stuprata nel 2014, ha tirato fuori il peggio della stampa, come purtroppo spesso capita in questi casi. Il prestigioso giornale argentino Clarín intitolava così un articolo su di lei: “[Melina] era una fanatica delle discoteche, che aveva abbandonato le scuole superiori”.
Se l’era cercata, tipico. A quanto pare andare in discoteca e abbandonare gli studi è un ottimo motivo per essere uccise. La colpa è sempre della vittima.
Tornando al romanzo, la protagonista di Mangiaterra è un’adolescente nata con un dono terribile: le basta inghiottire un pugno di terra nel luogo dove sono stati trovati cadaveri di ragazze per avere delle visioni che le mostrano chi le ha uccise. Comincia allora una processione di mamme disperate davanti a casa sua, speranzose di sapere cosa è successo alle figlie che non sono più tornate a casa.
Ho letto questo libro l’anno scorso, dalla trama mi era sembrato straziante, una sorta di gotico urbano con un messaggio sociale molto forte. Volevo parlarne sul blog, in Italia non mi sembrava che questo romanzo avesse avuto una gran accoglienza. Eppure questa piaga ce l’abbiamo pure noi qui, molto radicata purtroppo.
Decisi di non parlarne perché il libro mi lasciò molto delusa. La storia prometteva bene, ma poi diventava poco incisiva, ripetitiva. E, soprattutto, mi lasciarono un po’ perplessa le numerose scene di sesso (consenziente) descritte in maniera piuttosto volgare, da gotico urbano diventava quasi un libro pornografico.
Vi lascio qualche esempio dal mio Kindle:
Mi sono chiesta: c’era bisogno di queste scene?
Ho letto che nel 2022 a Neuquén e Mendoza (due regioni argentine) e nel 2023 a San Pedro (provincia di Buenos Aires) un gruppo di genitori si era scandalizzato per il fatto che questo libro fosse tra le letture consigliate ai propri figli e avevano denunciato i docenti. Nel momento in cui il libro è stato al centro della polemica politica tra Milei e il partito opposto che governa la capitale, la giornalista e scrittrice Leila Guerriero ha proposto un’altra interpretazione, più profonda:
I genitori che hanno denunciato Mangiaterra sono impressionati dal fatto che i loro figli2 abbiano una sessualità, o comunque si stiano iniziando sessualmente.
L’ho trovato molto interessante. Nella maggior parte delle famiglie quest’argomento è ancora oggi tabù, c’è un certo pudore nel parlarne con i figli. Sono convinta che la censura di Mangiaterra sia una questione prettamente politica, l’ennesima polemica scatenata da un governo ipocrita che si dice difensore dei bambini ma pianifica di abolire misure fondamentali come il programma di prevenzione delle gravidanze precoci e la ESI (Educación sexual integral), che fornisce informazioni sui contraccettivi e sostegno per chi è vittima di abusi.
Mi sono messa però nei panni di quei genitori e mi sono detta: se avessi figli, mi piacerebbe che leggessero quelle scene, così esplicite?
Non ho una risposta, sinceramente. A 12 anni presi in prestito per sbaglio in biblioteca L’uomo che sussurrava ai cavalli di Nicholas Evans (forse mi era piaciuto il titolo, chissà), ricordo che a un certo punto c’era una scena di sesso molto esplicita, e ne rimasi un po’ turbata. Ancora me la ricordo.
Certo, i tempi sono cambiati: ormai su internet e sui social gli adolescenti oggi trovano di tutto, e penso che una ragazzina di 12 anni oggi riderebbe di quanto io fossi ingenua a quell’età.
Io non so se il mio è un pensiero bigotto, ma mi intristisce pensare al potenziale esplosivo che Mangiaterra poteva avere dal punto di vista sia letterario che di denuncia, e a come invece la trama si sviluppi in maniera deludente e con questi intermezzi che sembrano solo fare leva sul gusto per il proibito degli adolescenti, e non apportano nulla alla storia.
Tanti romanzi ultimamente sono fatti così, sono pensati solo avendo in mente le vendite. Polemiche e scandali sono generatori di vendite, da sempre. Il mercato editoriale è pur sempre un mercato, e il libro è una merce.
Questa è la dura realtà che ho imparato durante il primo mese del master in editoria che sto frequentando. Tutti arriviamo con una visione più o meno romantica del mondo del libro, un’idealizzazione della cultura e di quello che può fare nel mondo. La verità è che le persone leggono sempre di meno, i posti di lavoro e i fatturati delle case editrici vanno salvati, e bisogna trovare un modo per far quadrare i bilanci. Questa è la dura realtà.
Si controllano le classifiche, si cerca di capire cosa possa piacere al pubblico, si strizza l’occhio ai trend e ai gusti che emergono. Ogni tanto si azzarda qualche proposta, qualche esperimento, ma è sempre un rischio. Chi non può rischiare asseconda, segue la corrente.
Da aspirante lavoratrice del mondo editoriale, lo accetto. Chi sono io per dire cosa deve leggere il pubblico, per giudicare cosa sia “alto” e cosa “basso”. L’importante è che si legga, che qualsiasi libro faccia almeno scattare una scintilla.
Ma da lettrice questo appiattimento mi fa un po’ soffrire, sinceramente. Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione, questa puntata spero sia più interattiva perché davvero io non ho una risposta ai temi di cui vi ho parlato oggi e le vostre opinioni mi arricchiscono.
Non posso comunque salutarvi senza prima i soliti consigli:
🎥 Da vedere: da ottobre è disponibile su Netflix un film molto bello ma poco conosciuto, tratto dal libro Las Homicidas di Alia Trabucco Zerán (libro non ancora tradotto in italiano, ma Sur ha già pubblicato altri libri di quest’autrice cilena). Il film, diretto da Maite Alberti, è ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto in Cile nel 1955: la famosa scrittrice cilena Maria Carolina Geel uccide il suo amante con un colpo di pistola nel lussuoso hotel Crillón di Santiago.
Dopo essere entrata nell’appartamento per prendere gli effetti personali da portare in carcere alla scrittrice, Mercedes (la segretaria del giudice che segue il caso) comincia a rifugiarsi sempre più spesso e più a lungo in questo posto. Provata da una vita infelice e dedicata esclusivamente al lavoro e ad accudire il marito e i due figli nella loro povera abitazione, Mercedes inizia a vivere una vita parallela, immedesimandosi sempre più nella scrittrice.
Il film parla di libertà, d’identità e del ruolo delle donne all’interno della società prettamente maschilista degli anni ‘50. Del contrasto tra libertà e prigionia, e non solo tra le sbarre di un carcere. Tematiche purtroppo ancora attualissime.
Trovate il trailer qui.
🎧 Consiglio musicale: a proposito di censura, ho scoperto durante le ricerche per questa puntata la figura di Miguel Paulino Tato, detto “el Señor Tijeras” (il signore forbici). Era un personaggio molto temuto durante la dittatura argentina, esperto di cinema e regista fallito, che fu assoldato dai militari per censurare i film che venivano trasmessi al cinema tra il 1968 e il 1983. Pare sia stato responsabile del taglio di 727 film, si accaniva in particolare sulle scene di sesso e ha praticamente mutilato la trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Jorge Amado Dona Flor e i suoi due mariti. Era così famoso che la band di prog rock argentino Sui Generis gli dedicò una canzone dai toni chiaramente satirici, Las increíbles aventuras del señor Tijeras.
Eccolo qui Tato, che simpaticone…
Spero che questa puntata vi sia piaciuta, forse è un po’ più confusa delle precedenti ma sono riflessioni che ho fatto ultimamente e a cui non so trovare una risposta. Sempre meglio avere dubbi che avere certezze taglienti, comunque.
Vi auguro di riposarvi e staccare davvero durante queste feste. Vi mando un abrazo fuerte e ci risentiamo qui a gennaio! Sul blog proverò (tempo permettendo, il master riempie ogni mia giornata!) a pubblicare l’ultimo articolo dell’anno la prossima settimana. Mi trovate comunque sempre su Instagram.
Voglio ringraziarvi davvero tanto, siete diventatə più di 400 e mi sento fortunata e grata a condividere questo spazio con tuttə voi! A volte è faticoso trovare il tempo e gli argomenti per scrivere, ma sapere che di là dallo schermo ci siete voi m’incoraggia sempre. GRAZIE!
Ah, per finire i soliti pulsantini:
Se vuoi condividere questa puntata:
Se ti va di iscriverti a Sudestada (è completamente gratis e arriva una volta al mese, più o meno):
Buone feste e un bellissimo inizio del nuovo anno ❤️
Rocío, alias Clavel del aire.
Governatore di Buenos Aires ed esponente del partito politico opposto a quello di Milei.
Mangiaterra era stato proposto da qualche docente delle scuole superiori, quindi questi ragazzi dovrebbero avere tra i 12 e i 18 anni.
Ciao Rocío,
anche io sono stata poco presente su Substack ultimamente e ho appena recuperato questa tua puntata. Molto interessante: non conoscevo il libro né la polemica che racconti e abbraccio il tuo approccio, fatto per lo più di domande e di zone grigie.
Assolutamente d'accordo con te! Al di là della scuola che non può occuparsi di tutto, credo siano letture che a un certo punto della vita il genitore deve fare insieme al figlio o alla figlia, per quanto possa essere imbarazzante. Non si possono lasciare gli adolescenti da soli ad affrontare e capire l'enorme quantità di materiale che ricevono da ogni parte. La censura non ha senso, la mediazione sì. Grazie mille per il tuo commento! ❤️